Pensione reversibilità, ti spetta se sei divorziata: novità per tantissime donne

La pensione di reversibilità spetta anche ai divorziati: arriva un’importante novità per le donne.

Quando si parla di pensione di reversibilità, si fa riferimento al trattamento previdenziale rivolto ai famigliari superstiti di un pensionato venuto a mancare. L’INPS è l’ente che si occupa della sua erogazione e, per determinare in che modo ripartire la prestazione, si procede con una valutazione del caso. Forse non tutti lo sanno, ma anche gli ex coniugi possono accedere alla misura.

Donna con foglio in mano, banconote
Pensione reversibilità, ti spetta se sei divorziata: novità per tantissime donne – gaiabb.it

Arrivare alla pensione è un traguardo importante per coloro che hanno passato buona parte della loro vita lavorando. Il destino, tuttavia, può essere beffardo e non sempre una persona riesce a godersi per bene il risultato dei suoi sforzi. In ogni caso, quando un pensionato viene a mancare, la prestazione non è destinata a dissolversi nel nulla.

I famigliari superstiti, infatti, hanno la possibilità di beneficiare della pensione di reversibilità: che si tratti del coniuge o dei figli, il trattamento previdenziale del defunto può essere spartito tra coloro che rientrano nel nucleo famigliare, con una percentuale variabile a seconda del grado di parentela. Alla prestazione possono accedere anche i divorziati, ma solamente in determinate circostanze.

Pensione di reversibilità all’ex coniuge: quando è possibile

L’ex coniuge del pensionato defunto può prendere parte alla ripartizione della pensione di reversibilità, anche qualora ci fosse un coniuge superstite. È quanto sottolineato dalla Corte di Cassazione in più occasioni, ultima l’emanazione dell’ordinanza n.5839 dello scorso marzo, nella quale sono stati ribaditi i principi relativi alla distribuzione della prestazione previdenziale.

Per poter accedere alla pensione di reversibilità, l’ex coniuge deve rispettare due requisiti imprescindibili. Innanzitutto, è necessario che sia titolare di un assegno divorzile (disposto dal giudice in fase di divorzio). Inoltre, non deve essersi risposato. Chi soddisfa entrambe le condizioni, può ottenere la prestazione, che verrà ripartita in base ad un’apposita valutazione.

Giudice con martelletto
Pensione di reversibilità all’ex coniuge: quando è possibile – gaiabb.it

La pensione di reversibilità, infatti, non viene erogata in automatico né suddivisa equamente tra i superstiti del defunto. La sua spartizione avviene facendo riferimento ad una serie di fattori. Nel caso in cui sia l’ex coniuge che quello attuale abbiano diritto al trattamento pensionistico, il giudice dovrà tenere conto di elementi come la durata del matrimonio con il pensionato venuto a mancare e la presenza di figli e di eventuali situazioni di disagio.

Altri criteri fondamentai sono le condizioni economiche in cui riversano i coniugi (dunque il loro patrimonio e reddito, insieme alla loro capacità lavorativa). Infine, il giudice deve prendere in considerazione anche l’assistenza, sia morale che materiale, che gli interessati hanno prestato al pensionato defunto durante il matrimonio e prima della sua morte.

In conclusione, si precisa che la quota per l’ex coniuge non deve obbligatoriamente corrispondere all’importo dell’assegno divorzile. Tuttavia, anche quest’ultimo rientra tra gli elementi di cui il giudice tiene conto per la ripartizione della pensione di reversibilità.

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