Controlla se sul tuo buono Poste c’è la sigla “CPFR”: perché è fondamentale

Ecco cosa indica la sigla “CPFR” sui buoni fruttiferi di Poste Italiane e per quale motivo è fondamentale.

I buoni fruttiferi di Poste Italiane sono uno strumento di investimento molto diffuso tra i risparmiatori in cerca di una fonte di rendita sicura. Di tipologie ne esistono diverse, tra cui scegliere a seconda delle esigenze dei clienti, e ognuna si contraddistingue per la sua durata e per il profitto previsto. Conoscerne le caratteristiche è fondamentale prima di procedere con la sottoscrizione un bfp.

Computer, mani e buoni postali
Controlla se sul tuo buono Poste c’è la sigla “CPFR”: perché è fondamentale – gaiabb.it

Per chi vuole ottenere un rendimento dai propri risparmi, esistono una varietà di strumenti di investimento. I buoni fruttiferi di Poste Italiane godono di una grande popolarità, legata alla semplicità del loro funzionamento e alla loro sicurezza: i rischi sono molto bassi, mentre il rendimento è certo.

Emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti SpA, hanno la garanzia dello Stato e non prevedono nessun costo di sottoscrizione. I risparmiatori che intendono aprire un buono fruttifero postale, devono solo versare una cifra a loro scelta, non necessariamente elevata (la soglia minima, di solito, è di 50 euro).

Buono fruttifero postale, qual è il significato della sigla “CPFR”

I buoni di Poste Italiane maturano interessi variabili in base alla tipologia del bfp sottoscritto, dell’importo che si sceglie di investire (più alta è la cifra e, ovviamente, maggiore sarà il rendimento) e dalla durata. Come affermato in precedenza, le opzioni a disposizione sono diverse: dal Buono Ordinario a quello dedicato ai minori, dal Buono 4 anni Plus al Buono Soluzione Futuro per chi ha tra i 40 e i 54 anni.

Insegna Poste Italiane
Buono fruttifero postale, qual è il significato della sigla “CPFR” (Foto Ansa) – gaiabb.it

I clienti possono anche sottoscrivere un bfp cointestato, ovvero con più di un titolare (è previsto un massimo di 4 persone, esclusivamente maggiorenni). Questa tipologia di buono presenta la clausola “CPFR”, che sta per “pari facoltà di rimborso”. Il termine indica la possibilità, per tutti gli intestatari, di chiedere autonomamente il rimborso del buono: un’opzione che assicura una certa flessibilità di gestione.

Per ottenere il rimborso, basta presentare il titolo cartaceo dell’atto della richiesta. Ciò vuol dire che non è necessario aspettare l’autorizzazione degli altri intestatari: la clausola “CPFR” prevede che ciascuno possa godere della facoltà di rimborso disgiunto. I titolari del buono cointestato che lo desiderano, si precisa, possono anche decidere di scartare tale possibilità durante la fase di sottoscrizione del titolo.

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